Per sostenere ed alimentare la diffusione di dispositivi mobili sempre meno invasivi è necessario un paradigma energetico innovativo, nel quale la raccolta di energia (energy harvesting o energy scavenging) dall’ambiente può fornire una soluzione. Attualmente si riescono a catturare in modo efficiente solo piccole quantità di energia dall’ambiente e per trasformarle in energia elettrica. Nel contempo, stanno evolvendo le tecniche di gestione dell’energia wireless di tipo dedicato, ad esempio con la predisposizione di aree opportune per la ricarica di dispositivi individuali (o all’interno dei veicoli), in modo analogo a quanto avviene oggi per la connessione in rete – o congiuntamente alla connessione stessa, in analogia al PoE (Power over Ethernet) in uso per connessioni su cavo.
L’adozione su larga scala di tali tecniche sembra conseguibile in tempi brevi – avendo presente la preannunciata disponibilità di apparecchiature a partire dal 2015. Tutti questi sviluppi hanno suscitato interesse per nuove applicazioni che si basano o sull’energy harvesting o sulla trasmissione wireless dell’energia, non solo per alimentare sistemi elettronici tipici delle infrastrutture e dei dispositivi ICT, ma anche i mezzi di trasporto ibridi o totalmente elettrici.
La ricarica dei veicoli sarebbe basata su accoppiamento induttivo (analogamente all’accoppiamento tra circuito primario e secondario in un trasformatore), favorita dalla distanza relativamente costante di poche decine di centimetri tra il fondale del veicolo e la superficie stradale. Alcune aziende (ad es., Volvo) stanno sviluppando soluzioni prototipali basate su tale principio. Data la semplicità concettuale di tale soluzione, uno sviluppo in questa direzione sembrerebbe dipendere più da fattori economici che non tecnologici.
Una eventuale diffusione su larga scala di tali veicoli, congiuntamente alle infrastrutture di supporto avrebbe un impatto enorme. La presenza di postazioni di ricarica in corrispondenza di parcheggi, o di corsie di ricarica sulla sede stradale consentirebbe di ridurre considerevolmente peso e costo dei veicoli elettrici in circolazione. Tra le infrastrutture indispensabili in tale scenario si evidenziano una rete di distribuzione dell’energia, e un sistema informativo per una razionalizzazione dei flussi di energia e per la contabilizzazione dei consumi.
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Per sostenere ed alimentare la diffusione di dispositivi mobili sempre meno invasivi è necessario un paradigma energetico innovativo, nel quale la raccolta di energia (energy harvesting o energy scavenging) dall’ambiente può fornire una soluzione. Attualmente si riescono a catturare in modo efficiente solo piccole quantità di energia dall’ambiente e per trasformarle in energia elettrica. Nel contempo, stanno evolvendo le tecniche di gestione dell’energia wireless di tipo dedicato, ad esempio con la predisposizione di aree opportune per la ricarica di dispositivi individuali (o all’interno dei veicoli), in modo analogo a quanto avviene oggi per la connessione in rete – o congiuntamente alla connessione stessa, in analogia al PoE (Power over Ethernet) in uso per connessioni su cavo.
L’adozione su larga scala di tali tecniche sembra conseguibile in tempi brevi – avendo presente la preannunciata disponibilità di apparecchiature a partire dal 2015. Tutti questi sviluppi hanno suscitato interesse per nuove applicazioni che si basano o sull’energy harvesting o sulla trasmissione wireless dell’energia, non solo per alimentare sistemi elettronici tipici delle infrastrutture e dei dispositivi ICT, ma anche i mezzi di trasporto ibridi o totalmente elettrici.
La ricarica dei veicoli sarebbe basata su accoppiamento induttivo (analogamente all’accoppiamento tra circuito primario e secondario in un trasformatore), favorita dalla distanza relativamente costante di poche decine di centimetri tra il fondale del veicolo e la superficie stradale. Alcune aziende (ad es., Volvo) stanno sviluppando soluzioni prototipali basate su tale principio. Data la semplicità concettuale di tale soluzione, uno sviluppo in questa direzione sembrerebbe dipendere più da fattori economici che non tecnologici.
Una eventuale diffusione su larga scala di tali veicoli, congiuntamente alle infrastrutture di supporto avrebbe un impatto enorme. La presenza di postazioni di ricarica in corrispondenza di parcheggi, o di corsie di ricarica sulla sede stradale consentirebbe di ridurre considerevolmente peso e costo dei veicoli elettrici in circolazione. Tra le infrastrutture indispensabili in tale scenario si evidenziano una rete di distribuzione dell’energia, e un sistema informativo per una razionalizzazione dei flussi di energia e per la contabilizzazione dei consumi.