Aspetti energetici: scenario di riferimento dell’Unione Europea
di Piano della Mobilità
09/feb/2015
Tra gli elementi principali caratterizzanti l’EU reference scenario e ripresi dall’Impact Assessment del libro bianco dei trasporti del 2011 (EC, 2011c), di particolare rilievo sono gli aspetti energetici.
Attualmente il settore dei trasporti dipende in modo consistente dal petrolio sia a livello Europeo che globale nonostante il crescente interesse per vettori energetici alternativi. L’elevata densità energetica del petrolio, l’estesa dotazione di infrastrutture per il trattamento e la distribuzione, l’estensione del parco veicolare che lo utilizza e il prezzo basso sono fattori determinanti che impediscono a vettori energetici alternativi di affermarsi sul mercato considerando gli elevati investimenti richiesti (per esempio, in termini di infrastrutture e parco veicoli).
Il trend del prezzo del petrolio è reso incerto dal fatto che l’UE contribuisce alle riserve di petrolio attestate a livello mondiale solo per lo 0.5%, e queste riserve vanno vieppiù esaurendosi mentre la domanda globale continua a crescere; inoltre, le attestate riserve di petrolio sono concentrate in aree del mondo che sono politicamente meno stabili.
La fornitura di petrolio nel futuro prossimo
Queste incertezze mettono a rischio la continuità di fornitura di petrolio nel futuro; un’interruzione nella fornitura darebbe luogo a una crisi energetica perché in un “no-policy change scenario” (scenario senza un cambiamento di politiche), il 90% del fabbisogno di energia nel settore dei trasporti nell’UE dipenderebbe dai prodotti petroliferi.
Nello scenario di riferimento dell’UE (EU, 2011c) caratterizzato da una crescita del prezzo del petrolio, si assume solo una crescita moderata del livello di tasso di possesso di automobili nelle economie emergenti (per esempio, tale tasso è assunto essere nel 2050 in Cina 394 automobili/1000 abitanti, simile ai livelli nell’UE-15 negli anni Novanta) dovuta a limiti infrastrutturali, maggiori disparità di reddito e maggiore urbanizzazione combinata con più bassi livelli si suburbanizzazione nei paesi OECD (EC, 2011c).
Nel contesto di crescita continua del prezzo del petrolio, lo scenario assume che l’efficienza dei motori a benzina e diesel continuerà a essere migliorata e il costo delle batterie per i veicoli elettrici e i veicoli ibridi plug-in rimarrà alto fino al 2050 (560-780€/kWh). Lo scenario prevede anche che la quota di mercato dei veicoli ibridi MCI-elettrici crescerà per via dei minori consumi di carburante in confronto ai veicoli alimentati con MCI convenzionali.
Il consumo di energia da fonti rinnovabili rappresenterà il 10% del consumo totale di energia nei trasporti nel 2020 grazie all’implementazione della direttiva 2009/28/EC (EC, 2009); tale percentuale crescerà progressivamente al 13% entro il 2050. Comunque, il processo di elettrificazione nello scenario di riferimento rimarrà lento, e, conseguentemente, la quota dei veicoli elettrici nel parco veicolare stradale sarà ancora trascurabile nel 2050, mentre si prevede che il trasporto ferroviario sarà quasi del tutto elettrificato (EC, 2011c).
Una prospettiva non incoraggiante
Naturalmente, in questo quadro, i contributo dei trasporti nel computo totale di emissioni di CO2 continuerà a crescere (fino al 38% nel 2030 e a quasi il 50% nel 2050), così come i costi delle esternalità dei trasporti continueranno ad aumentare (aumento al 2050 di circa 20 miliardi di Euro per i costi connessi con il rumore e 60 miliardi di Euro per i costi connessi agli incidenti) eccetto per i costi connessi con gli inquinanti dell’aria (diminuiranno del 60% entro il 2050). Inoltre la congestione del traffico continuerà a rappresentare un grosso problema per la società (crescita di circa il 50% entro il 2050) (EC, 2011c).
L’Impact Assessment (EC, 2011c) ha condotto anche un’analisi di sensitività per via dell’elevato grado di incertezza delle previsioni del prezzo del petrolio con un orizzonte temporale così lungo come il 2050. Tale analisi conclude che anche se nel 2050 il prezzo del petrolio fosse quasi il 70% più elevato rispetto al trend dello scenario di riferimento (ovvero 212 $’2008/barile contro i 127 $’2008/barile), si avrebbero solo degli effetti limitati: l’attività di trasporto passeggeri si ridurrebbe di circa il 5% mentre quelle delle merci dell’8%. Comunque si avrebbe un certo spostamento modale a favore del trasporto ferroviario (rispetto allo scenario di riferimento si prevede una crescita del 3% del trasporto ferroviario passeggeri e dell’1% di quello merci), quasi totalmente elettrificato nel 2050.
L’elevato costo del petrolio favorirebbe la crescita delle quote di mercato della propulsione elettrica, anche se il 26% dell’attività totale del trasporto passeggeri verrebbe ancora servita da veicoli con MCI convenzionale. L’elevato prezzo del petrolio porterebbe anche a una riduzione delle emissioni di CO2 del 20% nel 2050 (EC, 2011c).
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Tra gli elementi principali caratterizzanti l’EU reference scenario e ripresi dall’Impact Assessment del libro bianco dei trasporti del 2011 (EC, 2011c), di particolare rilievo sono gli aspetti energetici.
Attualmente il settore dei trasporti dipende in modo consistente dal petrolio sia a livello Europeo che globale nonostante il crescente interesse per vettori energetici alternativi. L’elevata densità energetica del petrolio, l’estesa dotazione di infrastrutture per il trattamento e la distribuzione, l’estensione del parco veicolare che lo utilizza e il prezzo basso sono fattori determinanti che impediscono a vettori energetici alternativi di affermarsi sul mercato considerando gli elevati investimenti richiesti (per esempio, in termini di infrastrutture e parco veicoli).
Il trend del prezzo del petrolio è reso incerto dal fatto che l’UE contribuisce alle riserve di petrolio attestate a livello mondiale solo per lo 0.5%, e queste riserve vanno vieppiù esaurendosi mentre la domanda globale continua a crescere; inoltre, le attestate riserve di petrolio sono concentrate in aree del mondo che sono politicamente meno stabili.
La fornitura di petrolio nel futuro prossimo
Queste incertezze mettono a rischio la continuità di fornitura di petrolio nel futuro; un’interruzione nella fornitura darebbe luogo a una crisi energetica perché in un “no-policy change scenario” (scenario senza un cambiamento di politiche), il 90% del fabbisogno di energia nel settore dei trasporti nell’UE dipenderebbe dai prodotti petroliferi.
Nello scenario di riferimento dell’UE (EU, 2011c) caratterizzato da una crescita del prezzo del petrolio, si assume solo una crescita moderata del livello di tasso di possesso di automobili nelle economie emergenti (per esempio, tale tasso è assunto essere nel 2050 in Cina 394 automobili/1000 abitanti, simile ai livelli nell’UE-15 negli anni Novanta) dovuta a limiti infrastrutturali, maggiori disparità di reddito e maggiore urbanizzazione combinata con più bassi livelli si suburbanizzazione nei paesi OECD (EC, 2011c).
Nel contesto di crescita continua del prezzo del petrolio, lo scenario assume che l’efficienza dei motori a benzina e diesel continuerà a essere migliorata e il costo delle batterie per i veicoli elettrici e i veicoli ibridi plug-in rimarrà alto fino al 2050 (560-780€/kWh). Lo scenario prevede anche che la quota di mercato dei veicoli ibridi MCI-elettrici crescerà per via dei minori consumi di carburante in confronto ai veicoli alimentati con MCI convenzionali.
Il consumo di energia da fonti rinnovabili rappresenterà il 10% del consumo totale di energia nei trasporti nel 2020 grazie all’implementazione della direttiva 2009/28/EC (EC, 2009); tale percentuale crescerà progressivamente al 13% entro il 2050. Comunque, il processo di elettrificazione nello scenario di riferimento rimarrà lento, e, conseguentemente, la quota dei veicoli elettrici nel parco veicolare stradale sarà ancora trascurabile nel 2050, mentre si prevede che il trasporto ferroviario sarà quasi del tutto elettrificato (EC, 2011c).
Una prospettiva non incoraggiante
Naturalmente, in questo quadro, i contributo dei trasporti nel computo totale di emissioni di CO2 continuerà a crescere (fino al 38% nel 2030 e a quasi il 50% nel 2050), così come i costi delle esternalità dei trasporti continueranno ad aumentare (aumento al 2050 di circa 20 miliardi di Euro per i costi connessi con il rumore e 60 miliardi di Euro per i costi connessi agli incidenti) eccetto per i costi connessi con gli inquinanti dell’aria (diminuiranno del 60% entro il 2050). Inoltre la congestione del traffico continuerà a rappresentare un grosso problema per la società (crescita di circa il 50% entro il 2050) (EC, 2011c).
L’Impact Assessment (EC, 2011c) ha condotto anche un’analisi di sensitività per via dell’elevato grado di incertezza delle previsioni del prezzo del petrolio con un orizzonte temporale così lungo come il 2050. Tale analisi conclude che anche se nel 2050 il prezzo del petrolio fosse quasi il 70% più elevato rispetto al trend dello scenario di riferimento (ovvero 212 $’2008/barile contro i 127 $’2008/barile), si avrebbero solo degli effetti limitati: l’attività di trasporto passeggeri si ridurrebbe di circa il 5% mentre quelle delle merci dell’8%. Comunque si avrebbe un certo spostamento modale a favore del trasporto ferroviario (rispetto allo scenario di riferimento si prevede una crescita del 3% del trasporto ferroviario passeggeri e dell’1% di quello merci), quasi totalmente elettrificato nel 2050.
L’elevato costo del petrolio favorirebbe la crescita delle quote di mercato della propulsione elettrica, anche se il 26% dell’attività totale del trasporto passeggeri verrebbe ancora servita da veicoli con MCI convenzionale. L’elevato prezzo del petrolio porterebbe anche a una riduzione delle emissioni di CO2 del 20% nel 2050 (EC, 2011c).