L’indice di congestione dell’area romana è al quinto posto in Europa (TomTom Congestion Index 2012). Peggio di noi sono Istanbul, Varsavia, Marsiglia e Palermo. D’altra parte i cittadini romani scelgono negli spostamenti il meno peggio e così facendo in larga parte privilegiano l’autovettura.
È stato osservato ormai da molto tempo che la densità residenziale influenza l’uso dell’autovettura e i consumi di carburante: alte densità determinano minore uso dell’auto e minori consumi e viceversa. Purtroppo l’area romana è sottoposta da decenni ad un fenomeno di urbanizzazione periferico, disperso nei piccoli centri, nelle aree rurali, a bassa densità. I primi trenta Comuni della provincia di Roma hanno avuto una crescita media del 35% tra il 2001 – 2011, contro l’8% della Provincia e il 2,8% di Roma.
Con questo sviluppo residenziale suburbano qualsiasi programma a livello della città è purtroppo inadeguato, occorre un coordinamento con la Regione per un forte controllo dello sviluppo residenziale, commerciale e produttivo. Le nuove strade o l’allargamento di quelle esistenti, come il GRA, l’A24 o la Roma Fiumicino, in un ambiente urbanizzato e in continua crescita servono ad accogliere il traffico generato dal nuovo sviluppo e ad alimentarlo.
L’indice di mobilità nel mondo
La società internazionale di consulenza Arthur D. Little, insieme all’UITP – Associazione Internazionale del Trasporto Pubblico Mobility, ha valutato le prestazioni di 84 città del mondo con un indice di mobilità.
Il calcolo dell’indice è basato su 19 criteri tra i quali la quota degli spostamenti sul TPL, la densità di strade, le emissioni. L’indice varia da 0 a 100. Il massimo di 100 punti si ottiene se la città risponde al meglio a ciascun criterio. Lo studio ha trovato la maggior parte delle città inadeguate per affrontare le sfide future, ma con ancora un notevole potenziale per migliorare.
La riporta Figura 1 i valori dell’indice per le 84 città esaminate raggruppate in tre classi sotto la media, nella media e sopra la media. Nel gruppetto di testa, che però raggiunge un indice inferiore a 60, si distinguono Hong Kong, Stoccolma e Amsterdam.
Lo studio indica come l’integrazione tra i sistemi di mobilità regionali rimane ancora molto bassa. In particolare è necessario un maggior allineamento tra strategie di mobilità regionali, e le soluzioni adattate ai contesti locali, rispettando le relative autonomie e responsabilità.
Roma ha un indice molto basso rispetto alle città europee più performanti tutte con un indice al di sopra di 52. Lisbona con 41,3, Roma con 40,9 e Atene con 40,0 sono nella fascia bassa della media. I problemi romani sono il livello di motorizzazione e di inquinamento elevato.
Figura 1
Fonte : Arthur D. Little Urban Mobility Index 2.0.
This website uses cookies to improve your experience. We'll assume you're ok with this, but you can opt-out if you wish. Cookie settingsACCEPT
Privacy & Cookies Policy
Privacy Overview
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may have an effect on your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
L’indice di congestione dell’area romana è al quinto posto in Europa (TomTom Congestion Index 2012). Peggio di noi sono Istanbul, Varsavia, Marsiglia e Palermo. D’altra parte i cittadini romani scelgono negli spostamenti il meno peggio e così facendo in larga parte privilegiano l’autovettura.
È stato osservato ormai da molto tempo che la densità residenziale influenza l’uso dell’autovettura e i consumi di carburante: alte densità determinano minore uso dell’auto e minori consumi e viceversa. Purtroppo l’area romana è sottoposta da decenni ad un fenomeno di urbanizzazione periferico, disperso nei piccoli centri, nelle aree rurali, a bassa densità. I primi trenta Comuni della provincia di Roma hanno avuto una crescita media del 35% tra il 2001 – 2011, contro l’8% della Provincia e il 2,8% di Roma.
Con questo sviluppo residenziale suburbano qualsiasi programma a livello della città è purtroppo inadeguato, occorre un coordinamento con la Regione per un forte controllo dello sviluppo residenziale, commerciale e produttivo. Le nuove strade o l’allargamento di quelle esistenti, come il GRA, l’A24 o la Roma Fiumicino, in un ambiente urbanizzato e in continua crescita servono ad accogliere il traffico generato dal nuovo sviluppo e ad alimentarlo.
L’indice di mobilità nel mondo
La società internazionale di consulenza Arthur D. Little, insieme all’UITP – Associazione Internazionale del Trasporto Pubblico Mobility, ha valutato le prestazioni di 84 città del mondo con un indice di mobilità.
Il calcolo dell’indice è basato su 19 criteri tra i quali la quota degli spostamenti sul TPL, la densità di strade, le emissioni. L’indice varia da 0 a 100. Il massimo di 100 punti si ottiene se la città risponde al meglio a ciascun criterio. Lo studio ha trovato la maggior parte delle città inadeguate per affrontare le sfide future, ma con ancora un notevole potenziale per migliorare.
La riporta Figura 1 i valori dell’indice per le 84 città esaminate raggruppate in tre classi sotto la media, nella media e sopra la media. Nel gruppetto di testa, che però raggiunge un indice inferiore a 60, si distinguono Hong Kong, Stoccolma e Amsterdam.
Lo studio indica come l’integrazione tra i sistemi di mobilità regionali rimane ancora molto bassa. In particolare è necessario un maggior allineamento tra strategie di mobilità regionali, e le soluzioni adattate ai contesti locali, rispettando le relative autonomie e responsabilità.
Roma ha un indice molto basso rispetto alle città europee più performanti tutte con un indice al di sopra di 52. Lisbona con 41,3, Roma con 40,9 e Atene con 40,0 sono nella fascia bassa della media. I problemi romani sono il livello di motorizzazione e di inquinamento elevato.
Figura 1
Fonte : Arthur D. Little Urban Mobility Index 2.0.